Tu che sei nato dopo nove mesi nel mio ventre, nutrendoti di ciò che mi nutrivo io, rallegrandomi le giornate con i tuoi singhiozzi e calcetti e tenendomi compagnia nelle giornate più grigie, sei mio figlio.
Tu, che ti ho visto per la prima volta in un "ufficio" un po' freddo e glaciale, per cui ho dovuto passare colloqui, aspettare anni, compilare una miriade di documenti, sei mio figlio.
Tu che sei cresciuto nel ventre di un'altra donna, nonostante abbia il mio patrimonio genetico, in un altro paese e abbia ascoltato la voce e il battito del cuore di un'altra persona, sei mio figlio.
Tu che vivi nella mia mente, nei miei sogni, che sei già vivo nei miei desideri, che un giorno vorrei tenere tra le mie braccia, che immagino in un certo modo, sei mio figlio.
Tu che hai provato a venire a questo mondo un po' bizzarro e crudele, con il tuo cuoricino che già batteva come un cavallo al galoppo, ma che non ce l'hai fatta, sei e sempre sarai mio figlio.
Pensieri di mamma (02/03/2018)
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