A distanza di mesi, che a me sembrano anni, sono finalmente tornata e stavolta ho intenzione di creare questa rubrica sul serio, senza più intoppi o scuse. Causa cambio di paese, ho dovuto staccare dalla realtà virtuale per un lungo lasso di tempo ma ora che ci siamo più o meno sistemati, ho di nuovo quel tempo necessario per creare un qualcosa di carino, interessante, interattivo e ben fatto. Sì, perché o le cose si fanno bene o non si fanno!!! Motivo per cui ho deciso di aggiungere una piccola novità: vorrei approfondire molto di più ogni singolo post e perciò gli articoli saranno più lunghi, allegherò anche simpatiche attività ma soprattutto voi sarete più partecipi che mai! Entrerete nel vero senso della parola a far parte di questa rubrica, raccontando le vostre esperienze, difficoltà, creando un piccolo effetto catena che vi spiegherò meglio poco a poco.
Usiamo questo spazio, oggi, per ricapitolare quanto già fatto e per creare un punto di partenza, sennò il rischio è di rimanere tutti spaesati.
Innanzitutto, abbiamo elencato i motivi per cui i nostri bimbi (e perché no, anche noi) si ritrovano in situazione di bi-tri e addirittura quadrilinguismo: in primis, a causa della REALTÀ in cui vivono (due genitori di nazionalità diverse che desiderano "tramandare" la loro cultura e lingua ai piccoli di casa - normalmente il bimbo diventa bilingue -), per NECESSITÀ (sicuramente una delle motivazioni più importanti), per esempio si vive all'estero, si prevede un trasferimento, si viaggia molto per motivi di lavoro - se la lingua del paese in cui si vive non corrisponde alle nazionalità dei genitori, il bimbo sarà "facilmente" trilingue - o per PASSIONE (siamo fan sfegatati di una lingua, la conosciamo molto bene anche se non siamo madrelingua, la usiamo nel quotidiano - se questa lingua non corrisponde alle nazionalità dei genitori e il paese in cui si vive, il bimbo potrà essere quadrilingue). Abbiamo iniziato ad analizzare la sezione della REALTÀ, presentando diversi casi: i due genitori parlano due lingue diverse ma prediligono una delle due (per comodità - lingua comune -, o per mancata conoscenza di una lingua da parte di uno dei due genitori), il bimbo “perde” un’occasione per imparare una lingua nuova (così come il genitore) e abbiamo provato a trovare una soluzione tanto per il piccolo in questione quanto per il genitore “pigro”. Il motto di questo passaggio è stato e rimarrà: LINGUE DIVERSE=UNIONE E NON BARRIERE, ARRICCHIMENTO, CULTURA.
Avevamo così chiuso il paragrafo REALTÀ, lasciandoci con una domanda: “Se le lingue che si parlano a casa non corrispondono a quella locale, come comportarsi?”.
Questa semplice domanda apre un mondo immenso, che amo follemente (perché mi appartiene) e che ci porterà ad affrontare diversi punti di vista, situazioni e possibili soluzioni.
Vi aspetto, questa volta davvero, il prossimo mercoledì per un articolo bello, ricco di informazioni, notizie e magari anche qualche link interessante.
P.S: Ogni settimana inserirò non solo un libro nuovo nella libreria dei piccoli, ma creerò una piccola “TOP THREE” tutta speciale di cui ancora non voglio anticiparvi nulla.
Benvenuti nuovamente in questo nuovo mondo, colorato, dai mille suoni, sorridente ma soprattutto divertente.
Nessun commento:
Posta un commento